L'ARTE GIAPPONESE
L'ARTE GIAPPONESE INCONTRA L'OCCIDENTE
Ukiyo-e è il termine con cui i Giapponesi indicano un tipo tradizionale di stampa, realizzato su matrici ricavate in blocchi di legno incisi (la xilografia). Il termine significa letteralmente "immagini del mondo fluttuante" e si riferisce alla realtà aristocratica e chiusa a qualsiasi influenza straniera che ha caratterizzato la cultura giapponese del periodo Edo, fiorita tra il XVII e il XIX secolo. Gli ukiyo-e sono raffinati ed eleganti, molto curati nel dettaglio; le figure sono stilizzate, al punto da sembrare spesso elementi decorativi. Assume grande importanza la linea, che segue i profili delle forme e mette in risalto i colori. Questi sono stesi in modo uniforme e vengono accostati in ampie zone. Attorno alla metà del XIX secolo il Giappone si aprì al commercio con l'Occidente, rompendo il suo secolare isolamento. Giunsero così in Europa oggetti e stampe che affascinarono intellettuali e artisti, alla ricerca di nuove strade espressive, le esposizioni universali contribuirono notevolmente a far conoscere le porcellane, i tessuti, i kimono e le stampe xilografiche. Tra gli artisti più amati vi furono Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai, Keisai Elsen e Utagawa Hiroshige.
IL GIAPPONISMO
I pittori impressionisti e postimpressionisti introdussero con grande entusiasmo le opere giapponesi, di queste opere apprezzavano: i paesaggi privi di prospettiva, le visioni ampie (spesso dall'alto), l'asimmetria delle composizioni, la colorazione piatta e luminosa, le forme stilizzate e la ricchezza decorativa. Il giapponismo infatti divenne una vera e propria moda.
Van Gogh affascinato dal Giappone aveva lasciato Parigi per Arles nel sud della Francia per sentire ancora i colori e la purezza dell'oriente. Infatti per lui, questo paese rappresentava un mondo utopistico e incontaminato di cui iniziò a studiarne l'arte e il pensiero.